Conosciamo praticamente tutto di Raspberry Pi Foundation, la compagnia fautrice dell’omonimo mini-PC amato da geek e smanettoni. Il motivo? In dimensioni ridotte è possibile avere un vero computer, performante per compiere operazioni e attività che vanno ben oltre il semplice contesto dell’Internet delle Cose. Con l’obiettivo di estendere ulteriormente l’utilizzo di Raspberry, l’azienda ha reso disponibile anche su PC e Mac x86 il suo Pixel OS, sistema operativo basato su Linux e pensato per girare perfettamente sul piccolo di casa e che adesso fa il grande salto sulle piattaforme rivali. L’obiettivo non è di certo quello di contrastare il dominio di Windows 10 e macOS Sierra (e sarebbe alquanto impossibile) ma di donare agli utenti un ambiente di lavoro più snello e funzionale ad alcune attività professionali, come quelle di programmazione, che richiedono un ambiente privo di sivraccarichi da parte del sistema principale e risorse dedicate a programmi e tool specifici.
Gira ovunque
Vista la sua natura, Pixel OS svolge perfettamente un compito del genere, restituendo agli utilizzatori un’interfaccia snella e pulita ma pur sempre gradevole, in grado di girare su macchine moderne ma anche su hardware datati, con lo scopo di ridare vita a computer non in grando di montare aggiornamenti software recenti. “Ci sono un bel po’ di macchine in giro che possono ancora far girare Debian x86 in maniera decente – ha spiegato in occasione del lancio Eben Upton, fondatore della Raspberry – abbiamo lavorato per persone del genere, che possono caricare Pixel OS su una chiavetta o un CD e installarlo sui loro dispositivi”. Per provare la versione per piattaforme x86 basta cliccare qui.