La corruzione, i sorprusi, i bavagli, si sa, sono malattie radicate in alcune società. Svelarle o meno sta alla sensibilità e al lavoro di organizzazioni come WikiLeaks, da anni attiva per la diffusione della trasparenza di atti e segreti che riguardano tutti i paesi del mondo, nessuno escluso. Se gran parte del lavoro della creatura di Assange si basa sul contributo dato dai whistleblower, il cui più famoso degli ultimi tempi è sicuramente Edward Snowden (che non ha mai fornito materiale direttamente ad Assange, e ci sarebbe da chiedersi perché), tanti meriti vanno al team interno di WikiLeaks, che deve controllare e verificare ogni documento ricevuto.
Minaccia digitale
Eppure, nel corso del tempo, agli uomini della no-profit qualcosa deve essere sfuggito. Si perché, secondo Vesselin Bontchev, esperto di sicurezza bulgaro, assieme ai leak pubblicati su internet ci sarebbero anche un bel po’ di codici di malware, 80 per la precisione, dei quali molti risiederebbero sugli stessi server dell’organizzazione. Con un post su GitHub, Bontchev spiega che tipologie di minacce ha trovato nei file di WikiLeaks, con l’evidenza di una sorgente parziale stanziata proprio sul sito. «C’è la conferma di malware presenti sul portale. La mia ricerca non è esaustiva, sono solo all’inizio», ha detto. Ci sarà da capire adesso, se il codice infetto sia stato utilizzato da terzi per ottenere un accesso privilegiato ai server di WikiLeaks oppure se le pagine di quest’ultima siano state sfruttate semplicemente per diffondere la minaccia al più vasto pubblico possibile.