Xiaomi è, di per sé, un caso molto strano nel panorama della tecnologia mobile. Dopo una serie di successi, principalmente in patria (Cina), non si è ancora decisa a sbarcare ufficialmente in Europa, dove pure già vanta una folta schiera di sostenitori. Seppur ci troviamo in un mercato globale, la mancanza non è banale, visto che in assenza di un supporto tecnico nel continente e delle più basilari forme di garanzia, molti utenti stentano ancora ad acquistare un modello del gruppo, che in quanto a design e funzioni può competere con i big del settore. Le cose potrebbero cambiare presto con il lancio del Mi Note 2, uno smartphone destinato a fare la storia della compagnia. Per quale motivo? Principalmente per le forme e la particolare di accesso all’interfaccia, che potrebbe cogliere l’interesse anche di un pubblico prettamente business.
Come è fatto
Ecco allora uno schermo da 6.4 pollici che copre l’intera parte frontale del dispositivo. In particolare, è del 91,3% la superfice raggiunta dal display che, di fatto, non ho bordi e cornici. Basti pensare che i diretti concorrenti, iPhone 7 e Galaxy S7 Edge, hanno un rapporto di aspect-ratio rispettivamente del 65,6% e 76,1%. Il risultato è stato raggiunto da Xiaomi eliminando le uscite acustiche, che di fatto sono integrate nella ceramica di costruzione e che, attraverso la veicolazion con segnali elettrici, creano il suono in fase di chiamata. Per il resto, a bordo c’è un processore Snapdragon 821, 4GB di RAM, 128GB di storage e una batteria da 4.400 mAh. Come è chiaro, si tratta di specifiche che potrebbero fare molta gola al mondo enterprise, dove le dimensioni dello schermo e l’autonomia sono due aspetti molto richiesti, anche di più rispetto al cliente consumer. Eppure la politica dell’azienda sembra ancora orientata al solo mercato cinese, dove Mi Note verrà venduto a 590 dollari. E in Europa? Il telefono arriverà sicuramente tramite canali online ufficiosi, ma a questo punto lasciare da parte un continente sempre attento alle novità hi-tech potrebbe rappresentare un grosso errore.