21 anni in Cisco e meno di un mese nel ruolo di Amministratore Delegato della società.
Gianmatteo Manghi è consapevole di aver assunto il nuovo incarico in un momento cruciale per il Paese, da un lato ancora preda dell’incertezza generata dalla crisi pandemica, dall’altro consapevole delle opportunità che dovrebbero sbloccarsi grazie ai fondi del Next Generation EU e alle progettualità tracciate dal PNRR.
“Questo è il periodo di cambiamento più veloce e radicale che il nostro Paese abbia mai conosciuto”, ha dichiarato nel corso di un incontro con la stampa. “Nei prossimi cinque anni si attuerà un progresso che normalmente ne avrebbe richiesti dieci o quindici per essere realizzato”.
E in questo scenario di cambiamento Cisco vuole esserci e dare il proprio contributo non solo fornendo tecnologie, ma “aiutando a disegnare un futuro più inclusivo per tutti”, sono le sue parole.
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Tre pilastri su cui poggiano gli investimenti
Il piano di sviluppo sul quale Cisco si sta concentrando si articola su tre pilastri, che rappresentano altrettante priorità di investimento: persone e comunità, cloud e software, green & blu.
Ed è sempre Manghi che spiega come questi “statement” di traducano poi nella realtà, secondo un combinato disposto che guarda sia all’organizzazione interna dell’azienda sia al mercato e alla società nel suo insieme.
L’impegno sociale
Verso l’organizzazione guardano una serie di interventi – dai Flexible Benefit alle giornate dedicate alle attività di volontariato – che hanno fatto guadagnare a Cisco per il sesto anno il titolo di “Best Place to Work”, mentre alla comunità guardano le iniziative come la realizzazione dell’infrastruttura di rete e delle soluzioni per la gestione dei flussi del più grande hub vaccinale della Lombardia, presso il Palazzo delle Scintille, come le 345 Networking Academy realizzate in tutta Italia non solo nelle scuole, ma anche nelle carceri.
“Siamo presenti, tra l’altro, a Bollate e a Secondigliano. Dare un’opportunità a chi si trova in carcere ha una ricaduta sociale altissima, abbattendo fino ad annullare il tasso di recidiva”.
O ancora la creazione di servizi di telemedicina, particolarmente importanti in questo periodo pandemico, come quello realizzato per il Piccolo Cottolengo don Orione, collegato con l’ospedale di Alessandria.
Se queste iniziative rispondono al primo pilastro della strategia delineata da Manghi, le leve tecnologiche emergono più chiare con il secondo e il terzo pillar.
Focus sul Cloud
Per quanto riguarda Cloud e Software, anche in questo caso entra in gioco il combinato disposto di azioni interne (“Già lo scorso mese di luglio avevamo raggiunto il nostro obiettivo di generare oltre il 50 per cento del nostro fatturato tramite la vendita di software e servizi”) e di azioni dirette al mercato.
“Ci si muove in uno scenario cloud first e siamo pronti a cogliere le opportunità che il mercato offre, aiutando i nostri clienti ad adottare un approccio multicloud ibrido e offrendo loro connessione, sicurezza, automazione e la possibilità di gestire e controllare applicazioni e servizi”.
Green & Blue per sostenere il futuro dell’Italia
L’ultimo pillar è quello maggiormente in linea con la grande trasformazione che attende il Paese, figlia di una felice combinazione di digitale e sostenibilità.
Manghi lo definisce
“un percorso di sviluppo e progresso che genera una crescita economica e sociale sostenibile. È l’unico percorso possibile ed è l’unico che garantisce risultati di medio e lungo termine”.
L’impegno diretto di Cisco in questa direzione è testimoniato sia dall’utilizzo ormai totale di energia proveniente da fonti rinnovabili, sia dal fondo di 100 milioni di dollari per supportare iniziative di contrasto al Climate Change, di cui abbiamo scritto in questo articolo.
Ma a questo si aggiungono altre iniziative, pensate per supportate la transizione dei clienti verso una logica di maggiore sostenibilità.
“Sono le iniziative stesse di digital transformation che hanno un impatto positivo sulla sostenibilità – spiega Manghi -. Nel manifatturiero, ad esempio, la trasformazione digitale porta come effetto diretto una riduzione del 49% della difettosità dei prodotti, e di conseguenza degli scarti, e del 19% in termini di consumo energetico”.
Senza trascurare il fatto che le imprese che più hanno investito sulla transizione Green&Blue “sono cresciute di più, hanno esportato di più, hanno assunto di più”, continua Manghi, citando le evidenze emerse da uno studio recentemente presentato da Symbola sul tema e sottolineando come sia giunto il momento che anche la PA si muova più convintamente in questa direzione.
Cisco per l’economia circolare
E poi ci sono le parole chiave sulle quali Cisco sceglie di impegnarsi: economia circolare e riuso. Che poi si traducono in un minore utilizzo di plastica, in una maggiore riparabilità, in un approccio orientato all’aggiornamento più che alla sostituzione. Buone pratiche destinate a diventare prassi.
“C’è un ulteriore aspetto che mi preme sottolineare. Il crescente ricorso alla remotizzazione, che noi stessi abbiamo adottato in azienda, di per sé ha un positivo impatto ambientale. Ma per noi è importante dotare tutti, sia chi opera da remoto, sia chi si trova in presenza, di tutti gli strumenti che rendano più semplice il loro lavoro”.
Confermato il programma Digitaliani
Ed è su questi aspetto che arriva anche una conferma importante. Con il Piano Transizione 4.0 e i programmi del PNRR, viene confermato anche il progetto Digitaliani, il programma nato sotto la spinta del Piano Calenda per l’Industria 4.0, con l’obiettivo di promuovere l’innovazione digitale nelle imprese italiane, con un focus specifico verso il mondo del manifatturiero.
“Digitaliani è confermato – spiega Manghi, – ma evolve. Si lavora sempre con logiche di ecosistema e di co-innovazione, questa volta con un focus specifico sulla sostenibilità: consumare meno, recuperare, riciclare, riusare. Noi, i nostri partner i nostri clienti dobbiamo sempre di più lavorare per la sostenibilità”.