Dopo i timori iniziali, l’Intelligenza Artificiale sta entrando a pieno titolo nei processi aziendali. Superata la prevedibile fase di diffidenza, la conoscenza dei diversi aspetti, dal cognitive computing alla data analytics avanzata, aiuta a prendere confidenza con l’enorme potenziale al servizio delle aziende 4.0.
In situazioni del genere, il confronto è sempre una delle strade migliori. Prontamente, TechCompany360 non ha esitato nel raccogliere alcune voci più rappresentative del settore per offrire il seguito webinar “AI e Data Analytics per Aziende 4.0 a prova di attacco”, che ha visto la partecipazione attiva di IBM e di Tech Data e di due system integrator particolarmente attivi sul tema: Analytics Networks e BlueIT Shield.
(questo il link per rivedere il webinar)
«Il mercato IA è in forte evoluzione anche in Italia – ha esordito Alessandro Piva, Direttore Osservatorio Artificial Intelligence della School of Management del Politecnico di Milano -. Le aree di applicazioni sono ormai diverse, dal supporto ai processi aziendali, all’analisi e riconoscimento del linguaggio naturale, delle immagini e dei video, fino alla Robot Process Automation».
Per gli utenti, l’Intelligenza Artificiale è destinata a diventare parte integrante nella vita quotidiana. Per le aziende, la priorità è individuare la soluzione più utile alla propria organizzazione.
Indice degli argomenti
L’Intelligenza Artificiale di fronte alla sfida competenze
In Italia si tratta di un mercato ancora relativamente contenuto, 200 milioni di euro nel 2019. Per questo però, prossimo a una crescita consistente, grazie anche a una consapevolezza ormai diffusa. Anche se gli scogli da superare non mancano.
«Le competenze sono uno degli aspetti chiave per realizzare progetti ed evitare il rischio di vederli arenati a studi di fattibilità – osserva Luca Camporese, managing partner & founder di Analytics Networks -. Anche per questo abbiamo scelto di specializzarci, offrendo soluzioni molto verticali».
A partire dal mondo Finance, il primo a guardare con attenzione alle varie applicazioni dell’Intelligenza Artificiale, gradualmente l’intero panorama imprenditoriale italiano sta iniziando ad apprezzare le svariate opportunità.
«Il mondo manifatturiero sta crescendo molto bene, grazie alla diffusione dei macchinari connessi – precisa Camporese -. Dalle grandi aziende, l’interesse si sta spostando anche verso le PMI, e dagli impianti si va verso prodotti per l’utente finale».
La ricerca della via più sicura
Alle grandi prospettive è quindi fondamentale affiancare grandi competenze. Senza però trascurare un altro aspetto sempre cruciale. «Un pilastro importante è mettere in sicurezza i processi di business – avverte Mario Pizzagalli, BU manager di BlueIT Shield -. Proattività e predittività diventano le fondamenta di un percorso dove possiamo sfruttare questa tecnologia anche per aumentare l’efficacia di una strategia difensiva».
Se da una parte l’IA allarga infatti il raggio d’azione delle tecnologie IT e aumenta quindi l’esposizione, dall’altra offre anche nuovi strumenti utili a migliorare le difese. «Tendenze come IoT rendono il cyberspazio più affollato e complesso – riflette Pizzagalli -. Anche i cybercriminali usano l’IA per automatizzare gli attacchi; impiegare tecnologie cognitive a questo punto diventa necessario».
La capacità di supportare e guidare gli specialisti di un SOC nel riconoscere e gestire le situazioni a rischio, accorcia i tempi di intervento e al tempo stesso alleggerisce il peso sulle spalle dei tecnici. Per riuscirci, è indispensabile potersi affidare a tecnologie all’altezza della situazione a abbastanza versatili da permettere al canale di costruire soluzioni verticali o addirittura su misura.
L’Intelligenza Artificiale è una questione personale
«Oggi siamo in grado di mettere a disposizione dei partner la tecnologia Watson sulla quale abbiamo scommesso anni fa – sottolinea Francesco Marco Borghi, cloud & cognitive channel and ecosystem leader di IBM -. Possiamo contare su una piattaforma automatizzata utile per applicare principi di IA anche ai processi esistenti, disponibili per tutte le operazioni all’interno di un’azienda».
Un approccio grazie al quale IBM ha potuto estendere il raggio dell’IA da un numero ristretto di candidati ad almeno il 50% delle realtà italiane. Un risultato raggiunto grazie anche al valido supporto dei propri partner.
Il partner per contare sulla marcia in più
«Un anno e mezzo fa abbiamo avviato il progetto TechLab – ricorda Valerio Mignogna, BU Manager IBM di Tech Data -. Il primo centro di competenza IA basato su tecnologie hardware e cloud di IBM».
Pensato tanto per i partner tradizionali IBM quanto per ISV, system integrator e anche università e utenti finali, offre un punto di incontro a tema. Ricco di ormai 65 casi utenti, raccoglie anche un catalogo servizi per individuare la soluzione di Intelligenza Artificiale adatta alla propria realtà e il partner con cui svilupparla.
«A questo aggiungiamo un altro importante tassello, l’ecosistema – conclude Mignogna -. Dal modello classico di canale lineare, siamo passati a un conglomerato di attori, dove abbiamo assunto il ruolo di orchestratori. L’IA non si improvvisa certo, ma non serve rifare tutto. Non è il caso di spaventarsi, si può iniziare da tanti piccoli servizi già disponibili e accessibili con investimenti ridotti».